Ultimo aggiornamento il 24 marzo 2024

Diritti Lgbtq: come va in Italia? - Va bene!!. Nel mese scorso, a Torino, il balzo in avanti della sindaca Chiara Appendino con il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali...

"Love makes a family" (foto da Radio Città del Capo)
E' notizia della fine del mese scorso: la sindaca di Torino, Chiara Appendino, a mezzo post di facebook ha annunciato una svolta molto importante per il nostro ordinamento: il comune di Torino, da ora in poi, provvederà senza alcuna remora a registrare all'anagrafe cittadina anche i figli, sia nati all'estero che nati in Italia, delle coppie omogenitoriali (gay)!!.

Questa la situazione negli ultimi anni (Premessa):

La Senatrice Monica Cirinnà, artefice della Legge sulle Unioni Civili (Panorama)
La notizia è meravigliosa e di portata storica. Forse non tutte voi/noi, però, ricordano come sono andate le cose in questi ultimi due anni/tre anni. La maggioranza in Parlamento, a quei tempi del Partito democratico, vuole approvare la legge cd Cirinnà (legge 20 maggio 2016, n.76) sulle unioni civili e per farlo, visto lo strapotere dei partiti più piccoli, tipo il partito di Alfano, è costratta a scendere a tanti compromessi, due su tutti, i più importanti: le unioni civili, pur essendo matrimoni di fatto non vengono ufficialmente ad esso equiparati e, ciò che più conta, la sorte dei figli nati da coppie omogenitoriali viene stralciata dalla legge e lasciata morire: i bambini nati nelle famiglie arcobaleno non vengono ricompresi, dunque, nella legge entrata in vigore a maggio 2016 e, quindi, restano senza alcuna normativa di legge di riferimento (come si dice in gergo, si crea un vuoto normativo).
La conseguenza di questo vuoto normativo, porta in questi anni i giudici, loro malgrado, ad occuparsi, con alterne vicende e decisioni, della questione, da più parti e comuni sollevata.
Senza una legge nazionale di riferimento, infatti, ogni comune è, ancora oggi, libero di interpretare le leggi presenti nel nostro ordinamento come meglio crede, applicando al caso le norme che più gradisce: se l'amministrazione comunale decide che la registrazione all'anagrafe e cosa sana e giusta, procede con la registrazione all'anagrafe del bambino; se, invece, per motivi sempre e solo politici, non ritiene che tale possibilità/diritto vada riconosciuta a quel determinato bambino, nisba...il bimbo non potrà essere registrato all'anagrafe come figlio di entrambi i genitori e, quindi, rimarrà sempre un bimbo di serie B. In entrambi i casi, è questa la cosa più triste, i comuni possono reputarsi perfettamente in regola e rispettosi della normativa italiana, proprio perché manca una legge univoca che dica a tutti i comuni di comportarsi in un determinato modo e non in un altro, per tutti i casi di richiesta di registrazione di bambini di coppie omogenitoriali.
Ecco, questa la premessa. E qui arriviamo alla notizia data in apertura. Capite ora l'importanza, in questo periodo storico, della dichiarazione e dell'azione della sindaca Appendino?
In pratica, lei, con il suo ruolo istituzionale di sindaco di uno dei più grandi comuni d'Italia sta cercando di spingere alla risoluzione - positiva - di questa vergognosa questione. Sta cercando di spingere e sollecitare questo nuovo parlamento ad occuparsene quanto prima, perché, come dice lei stessa nel suo messaggio su facebook: "auspichiamo l'apertura di un dibattito nel Paese, serve una nuova legislazione"
Insomma, con nostra immensa gioia, soprattutto per coloro che vivono a Torino, dalla fine del mese di aprile saranno iscritti nel registro dell'anagrafe come i figli di entrambi i genitori i bambini torinesi nati all'estero o in Italia da coppie omosessuali residenti in città.

Queste le parole del post facebook di Chiara Appendino: 
 
Il Sindaco di Torino: Chiara Appendino

Queste le parole della Sindaca Chiara Appendino, così come riportate nell'articolo di Jacopo Ricca per torino/repubblica.it, di cui in calce: "Per la prima volta la Città di Torino si trova dinnanzi a casi inediti di nuove forme di genitorialità che richiedono del tutto legittimamente il riconoscimento di quella che per loro è una famiglia, intesa come luogo fisico ed emotivo in cui due o più persone si amano e costruiscono insieme il futuro proprio e dei propri figli" . 
"Da mesi stiamo cercando una soluzione compatibile con la normativa vigente. Dopodiché la nostra volontà è chiara e procederemo anche forzando la mano, con l'auspicio di aprire un dibattito nel Paese in tema di diritti quanto mai urgente". E, ancora, sempre con le parole della Sindaca: "L'amore di una famiglia è un diritto che va oltre a qualsiasi categoria o definizione socialmente imposta. Questo semplice principio, che da sempre guida la nostra azione politica, vogliamo ribadirlo in questi giorni con rinnovata forza. Oggi l'Italia non è ancora pronta a riconoscere legalmente queste famiglie e ci si trova davanti a ostacoli burocratici tanto fastidiosi nella loro forma quanto difficili da superare...".
Che altro dire, fantastica Appendino!

Questo l'antefatto:
 
Foglietta, la moglie con Niccolò in braccio e la Sindaca al centro (Corriere Torino)
L'ultimo caso, quello scatenante la reazione della sindaca, è stato quello del figlio della consigliera comunale del Pd, Chiara Foglietta, che con la sua compagna ha da poco dato alla luce un bambino all'ospedale Sant'Anna di Torino dove però la piccola non è stata registrata come figlia di entrambe le donne. 
La cosa arriva, ovviamente, all'orecchio della sindaca Appendino, la quale, dopo una lunga ed attenta discussione e scambio con il Coordinamento Torino Pride, scioglie la riserva e decide di trascrivere tutti gli atti di nascita dei bambini e delle bambine nate all'estero da coppie omogenitoriali e, con una storica, importantissima e coraggiosa decisione decide di registrare l'atto di nascita di un bimbo, nato all'ospedale Sant'Anna di Torino, indicando nel registro di stato civile che non solo ha due mamme, ma che è stato concepito grazie alle tecniche di fecondazione eterologa in Danimarca".
Come sottolineato dalla stessa nota del Coordinamento Torino Pride, è la  prima volta che l'amministrazione di una grande città prende una simile decisione autonomamente e non in forza di una sentenza.

Questa la reazione del Comune di Milano:
 
L'assessore Majorino (affari italiani)
La notizia ha fatto così tanto discutere ed è stata così bella e dirompente che perfino il comune di Milano e l'amministrazione Pisapia, con le parole dell'assessore Majorino subito dopo ha dichiarato: «Parlo a titolo personale, ma se il sindaco di Torino apre una strada intelligente è bene seguirla». E ricorda il precedente della trascrizione dei matrimoni all'estero (uno dei tanti precedenti che, come tutte voi ricorderete, è stato ostacolato e vietato dall'allora ministro dell'interno Angelino Alfano).


Questa la reazione della diocesi di Torino, con le parole dell'editoriale di Alberto Riccadonna:

Il Settimanale della diocesi di Torino
Su tutti ecco le parole del rappresentante della chiesa torinese, espresse nell'editoriale de 'La Voce e il Tempo', settimanale della Diocesi di Torino dal direttore del giornale, Alberto Riccadonna, in merito, in particolare, alla registrazione all'anagrafe di Niccolò Pietro (il figlio, appunto, della consigliera Chiara Foglietta e di sua moglie, di cui sopra) e di altri tre bimbi nati da coppie omogenitoriali con la procreazione assistita.
Queste le sue esatte parole, così come riportate nell'articolo "Figli di due madri, la diocesi di Torino all'attacco della sindaca Appendino" della redazione di torino/repubblica.it, di cui in calce: "Si può pensare che una legge dello Stato venga applicata a libera discrezione degli 8 mila Comuni d'Italia, ciascuno secondo il proprio orientamento? No, lascia davvero sconcertati lo strappo operato lunedì scorso dall'Amministrazione torinese". E, ancora: "La fuga in avanti del Comune di Torino lascia sconcertati perché rifiuta le basi della vita democratica, autorizzando il pensiero che le leggi siano valide solo per i cittadini che le hanno approvate". Ed infine: "Lo scriviamo con totale rispetto verso la sensibilità delle persone coinvolte in queste vicende, ma crediamo che la richiesta di maternità o paternità da parte delle coppie omosessuali apra questioni troppo delicate per essere affrontata 'forzando la mano' alla legge", sostiene il giornale, che ricorda le motivazioni del no della Chiesa alla legalizzazione dei bambini con due mamme o due papà. "Il desiderio di maternità, come altri desideri della vita, non è realizzabile ad ogni costo".

Questa la risposta di Gianni Reinetti all'editoriale di Riccadonna:

Reinetti con il marito il giorno delle nozze (gay.it)
In risposta a questo editoriale, le parole di Gianni Reinetti, la metà della prima coppia omosessuale unita nelle nozze a Torino, nel frattempo rimasto vedovo per la morte del compagno Franco.
"Ciò che è stato fatto dalla sindaca di Torino e dalla sua giunta rappresenta un passo importante e storico in tutta Italia per dare piena dignità e diritti anche a quei bambini e alle loro famiglie rimasti dimenticati dallo stato con lo stralcio delle step-child adoption.
Ho sempre pensato e sono fermamente convinto che quando un figlio cresce nell'amore ed è educato secondo principi sani ed etici, la sua è una famiglia a tutti gli effetti, senza se e senza ma. È l'amore che crea una famiglia".
Quanto è vero!!...

Che altro dire? Ah si...Brava Sindaca Appendino!! Tutta la nostra stima!!
MduL



Fonti:
* Articolo "Famiglie omogenitoriali, apertura a Milano" di Samuele Cafasso per lettera43.it
* Articolo contra "Figli di due madri, la diocesi di Torino all'attacco della sindaca Appendino" della redazione della repubblica.it/torino

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